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martedì 29 maggio 2012

Qualcosa da ricordare

«La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati.
La nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura.
È la nostra luce, non la nostra oscurità che ci spaventa.
Noi chiediamo a noi stessi "chi sono io per avere talento, per essere brillante, favoloso, magnifico?". 
In realtà, chi siamo noi per non esserlo?
Agire da piccolo uomo non aiuta il mondo. Non c'è nulla di illuminante nel rinchiudersi in se stessi, così che le persone intorno a noi si sentiranno insicure.
Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria che c'è dentro di noi. 
Non è solo in alcuni di noi, è in tutti noi!
Se noi lasciamo la nostra luce splendere, inconsciamente diamo alle altre persone il permesso di fare lo stesso.
Appena ci liberiamo dalla nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.»

Nelson Mandela, 1994, Discorso inaugurale

martedì 15 maggio 2012

Di solito vedo aurore


Stamattina ho fatto un po' di meditazione.
Già dire «un po'» fa «un po'» ridere... ma, essendo la prima volta a casa, ci sta che sia riuscita in una forma embrionale... come ogni cosa, vivente e non, ha bisogno di una sua crescita e di pazienza perché si realizzi appieno.
Comunque, per raccontarvela, ho fatto un breve riscaldamento, ho intonato - sottovoce perché alle nove ancora dormivano - 3 Om e 3 Shanti, mi sono rilassato, concentrato, ho recitato il mio mantra per tre volte, focalizzato sul sole che emano all'altezza del cuore - che ad un certo punto entrava ed usciva da quel piccolo foro al centro di me in sintonia col mio respiro - e liberato la mente. 
Di solito vedo aurore. Anche domenica mi è successo. :)
Nel senso che, ad occhi chiusi, vedo come un muro di luce giallo-ocra con dei barbagli di un più intenso arancione, o un muro di luce nera, in notturno, con barbagli grigi. Il muro non mi costringe, tiene fuori i pensieri che si affollano ma non passano, non disturbano e, in questo qui e ora in cui mi immergo, non hanno voce. Non c'è rilevanza se non il mio sé, sono calmo, sono in me, sono io.
Aldilà di quelle mura, ho visto qualcosa di nuovo, non un pensiero sfuggito da una fenditoia, su cui finire con l'indugiare, forse piuttosto il barlume di un'idea creatasi da sé, una visione. Breve e intensa, durata pochi istanti, il tempo di un respiro, il tempo di un Om, credo si possa dire, eppure nitida e luminosa.
Vorrei descrivervi questa visione in modo particolareggiato - potrei farlo - ma c'è qualcosa di privato, di molto intimo che devo ancora elaborare, come una prospettiva molto più ampia sulla quale mi devo ancora affacciare; allora siate pazienti amici miei. Vi basti sapere che eravate tutti con me. E stavamo tutti bene. Stavamo tutti davvero bene.