Un suono di campane in lontananza, alle otto di sera - che fuori è già scuro, che fuori è già freddo - mi riporta, crudelmente, attraverso il tempo, all'età della mia infanzia, quando nelle serate estive in montagna, guardavo dal terrazzo il cielo imbrunire, il sole tramontare, e attendevo impaziente quel senso di protezione e conforto, che donava mia madre con la sua voce, nel chiamarci a tavola perché era quasi pronta la cena.
Ora quel ricordo si spegne pian piano, come svanisce il timbro che risuona nell'aria notturna e pulita, e io resto in ascolto, attendendo un richiamo che non verrà.
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