3 Ottobre 2011
«Destino beffardo.
21 anni dalla riunificazione della Germania. 1 anno dalla partenza di M e R.
Oggi mi va di camminare: so che se resto a casa continuerò ad aggiornare pagine in internet in attesa di una lettera o di un messaggio che non arriveranno.
Non mi va di radermi e non lo faccio. Poco importa: oggi non vedrò nessuno, percorrerò sentieri e strade che io solo amo e dove al più incrocerò qualche anziano a passeggio.
Certo è lunedì, ma un giorno di festa non fa distinzioni: quando esco al mattino non c'è nessuno per strada, devo arrivare ed addentrarmi sino al parco per incrociare la prima persona che porta a spasso il cane...»
3 Ottobre 2012
Non è cambiato nulla e sono cambiate diverse cose. 2 anni senza di voi. Senza il mio migliore amico a Berlino e la ragazza dopo la quale non potrò mai più innamorarmi. 2 anni e non vi vedo più, non vi sento quasi più. Non so come state, come sono le vostre vite. Se almeno voi avete trovato qualcuno da amare.
E stavolta, per l'anniversario, mi ritrovo a guardare il fiume dal giardino del castello di Köpenick - fino a qui mi avete spinto! - quando manca poco alle cinque, e voi allora partiste alla volta di Vienna, in auto, da casa mia, portandovi via qualcosa di me che non ho mai più ritrovato.
Da allora non è stata più la stessa cosa, la vita non è stata più così divertente o appassionante: ci sono stati giorni terribili e giorni buoni ma, nel migliore dei casi, mi sono sentito come una risata senza gioia. Non mi sono più ubriacato. Non ho fatto più mattina con gli amici. Ho preso ad uscire sempre meno.
Il 2011 è stato un anno orribile, senza interessi né voglia di redimermi.
Nel 2012 ho cominciato a risalire la china, ma spesso chi mi sta intorno sembra più una zavorra che un aiuto.
Mi manca qualcuno che mi conosca davvero e mi faccia da alter-ego, da specchio in cui riflettermi e riflettere, una pietra di paragone per capire dove sto sbagliando; e mi manca tutta la grazia e la dolcezza e quella bellezza dimessa, quelle calze buffe colorate, quel mettersi qualcosa di viola e quei profondi occhi nocciola in un ovale perfetto, e poter credere che non ci sia niente di più bello che passare la vita accanto a quegli occhi e sentire ancora la voglia di piangere di fronte all'ineluttabile, sapendo che questo non accadrà mai.
Ma quest'anno c'è qualcosa di diverso. Quest'anno ho una risorsa. Ora chiudo gli occhi, respiro, rimango sereno, penso a tutto quello che di bello c'è stato tra noi e, ovunque voi siate, manderò il mio bene a proteggervi. Per sempre.
Ecco: sono le cinque. Ora è il momento di iniziare.
Due anni, sì,
RispondiEliminaveloci e straripanti di novità, belle o meno, ma pur sempre novità.
E' da circa un'ora che dico "è circa un'ra che mi devo mettere a lavorare" di brutto, ma di brutto brutto,
e invece per ora non c'è verso di fare le persone serie; "professionisti" direbbe mio padre, ma il suo vocabolario inizia con "a" di azienda e finisce con la "s" di successo, passando per la "p" di professione e professionista. Che parole vuote e acide.
Sono due anni tondi tondi, giorno più, giorno meno. Sono due anni che corriamo e che ci costruiamo un presente sempre più concreto e quanto mai beffardo.
Non mi faccio sentire perché non ho molto da raccontare tranne che sto lavorando tanto, che sto crescendo nella mia professione (mio padre è un piazista..), sto facendo esperienze nuove che mi aiutano a capire cosa mi riesce meglio e cosa invece mi da fastidio a livello umano.
In due realtà diverse vivo anzi, lavoro, perché ormai la vita mia si identifica con i luoghi in cui lavoro. Sto facendo quindi il racconto di una sconfitta personale. Forse di una piccola vittoria sociale. Pareggio!
E' difficile, Vas, soprattutto a distanza, comunicare cose che realmente vale la pena raccontare, anche a se stessi.
La scelta è stata presa due anni fa, con una lucidissima fretta. Via, andar via osservando nello specchietto retrovisore un mondo ornato di belle intenzioni. Buttando gli occhi sulla strada delle migliori intenzioni.
Spesso mi vengono in mente momenti e serate e incontri e scazzi ed emozioni di quello che è stato fino a poco fa. Speso mi viene un groppo un gola, mi si chiude lo stomaco. Sembrava che tutto si fosse incantato per un istante lungo, come un pomeriggio d'estate, le cicale, i muri scrostati, il mare col vociare sommesso. Invece è stato un eterno guardare col binocolo, un ricordo vissuto prima che avvenisse, un ossimoro psichico, concedimi quest'esagerazione.
Qui è più dura, davvero più dura, perché non abbiamo scuse da accampare, quindi la vita sociale deve attendere il suo turno, perché tutto è molto più facile qui, il lavoro, in primis, quindi il resto della vita si fa più difficile. Le giornate sono già più corte, sono quasi finite quando suona la sveglia, quando arriva fine mese, quando il tram è pieno di gente che vorresti scomparissero e hanno nei loro occhi lo stesso sguardo che hai tu, motivo per cui non hai voglia di specchiarti in loro.
Devo mettermi a lavorare,
ho davvero sforato..
Un abbraccio
Robi
Ti chiedo scusa... tu sfori col lavoro, e io in realtà ti faccio smadonnare a fare copia e incolla del tuo post, perché le impostazioni del blog sono cavillose...
RispondiEliminaTutto bene, tutto ricevuto. Una bellissima sorpresa perché pensavo già fosse un commento al nuovo blog appena aperto, dove parlo di altre cose frivole e serie come il cucinare!
Invece sei tu e la cosa mi commuove non poco.
Va tutto bene, il dolore è passato, anche a me viene spesso il groppo in gola se ripenso alle nostre scene di solo qualche anno fa ma, mi dico: "È naturale, è fisiologico... non potevano restare! Con loro ne son partiti tanti altri e tanti altri partiranno... e forse un giorno te ne andrai anche tu! Allora, cosa avresti voluto? Averli qui per sempre bloccati come in un incantesimo? Ora sono lontani ma fanno quello che servirà loro a stare bene... come stai facendo in parte tu... anche psicologicamente, devi lasciarli andare! E poi sperare che le vostre strade si riavvicinino, almeno per un'altra sera ancora e un'altra risate piena di gioia!".
Vai a lavorare, vecchio mio, e... Fai il bravo!
Un abbraccio
Vas
Vas, non ti devi scusare di nulla, lo sai. A me fa piacere che tu ricordi gli anniversari, è una delicatezza che appartiene solo a te.
EliminaSolo che qui è una continua corsa con i gomiti alti, per evitare le persone che ti vengono addosso. Non è metaforico. È una situazione particolare, la vita sociale, la sicurezza, vedere i negozi come qualcosa di accessibile, potersi sentire parte di quel mondo che può spendere e, contemporaneamente, schifare quella situazione.
Poi io sono in una di quelle fasi in cui tutto mi disgusta. Le conosci bene le mie stagioni,
quindi non ho voglia di rovinarti la giornata, visto che tu sei in una fase nuova della tua vita ed il mio pessimismo ti creerebbe solo sconcerto.
È così, punto e basta. Pillola blu e pillola rossa. Ora non ricordo quale era quella dell’oblio ma, a un certo punto della vita, tutto vale tutto, tutto dovrebbe essere oblio.